lunedì 20 gennaio 2014

La Pasion de Carmen

Carmen è una novella di Prosper Mérimée, pubblicata nel 1845, da cui è tratta l'omonima opera di Georges Bizet. Mérimee racconta la novella come se gli fosse realmente accaduta, durante un viaggio in Spagna nel 1830
Durante il viaggio, Mérimée incontra un uomo; la sua guida gli dice che l'uomo è un criminale, Don José Navarro, ma i due fanno amicizia e alloggiano nella stessa locanda. Durante la notte, Mérimée avvisa Don Jose che la guida vuole denunciarlo, e Don Jose scappa.
A Cordova Mérimée incontra Carmen, una zingara, che gli predice la sorte. Don Jose li interrompe e porta via Mérimée, nonostante la contrarietà di Carmen. Qualche mese dopo, Mérimée scopre che Don Jose sarà giustiziato il giorno successivo. Va a fargli visita e ascolta il racconto della sua vita.
Il vero nome di Don Jose è José Lizarrabengoa; ha ucciso un uomo durante una rissa per futili motivi ed è stato costretto a scappare e a cambiare nome. Giunto a Siviglia si è unito ad un plotone di "dragoni", soldati con funzioni di polizia. Un giorno Don Jose incontra Carmen, che lavora nella fabbrica di sigari che lui deve controllare. Carmen cerca di sedurlo, ma poche ore dopo Don Jose la arresta per aver ferito una collega durante un litigio; Carmen però riesce a convincerlo a lasciarla libera. Come punizione per aver fatto scappare la prigioniera, Don Jose passa un mese in prigione. Carmen e Don Jose intrattengono una breve relazione, ma poco tempo dopo lui la vede entrare in casa con il suo tenente e lo uccide; è così costretto ad unirsi alla banda di fuorilegge di cui fa parte anche Carmen. Durante la permanenza all'interno della banda, Don Jose scopre che Carmen è sposata, e ne uccide anche il marito. Carmen però si innamora di Lucas, un giovane picador. Don Jose la supplica di emigrare con lui in America, ma Carmen rifiuta, affermando di sapere che lui è destinato ad ucciderla, ma di voler rimanere libera fino all'ultimo. Don Jose la pugnala e si costituisce.
« Jamais Carmen ne cédera!
Libre elle est née et libre elle mourra! »

« Giammai Carmen cederà!
Libera è nata e libera morirà! »

Domani, 21 gennaio, il balletto de "La Carmen" andrà in scena sul palco dell'Auditorium dell'Hotel Giò Jazz Area, preceduto dalla degustazione di due primi piatti dalla tradizione umbra. Appuntamento alle ore 20! Per maggiori informazioni cliccate qui 

giovedì 16 gennaio 2014

Santa Chiara

Nata nel 1194 da una famiglia nobile del luogo, la bambina viene battezzata Chiara nella chiesa di San Rufino, poiché la madre, raccolta in preghiera pochi giorni prima del parto, aveva udito una voce annunciarle che avrebbe dato al mondo una "chiara luce" per illuminarlo.
Durante gli anni dell'educazione, la ragazza seguì anche i crociati in Terra Santa; fu tuttavia la notte del 18 marzo 1212, l'esperienza che determinò la svolta della sua vita: in quella notte incontrò di nascosto San Francesco alla Porziuncola. Come rituali iniziatici in segno di penitenza fu subito rivestita del saio francescano e le furono tagliati i capelli.
Per oltre quaranta anni si ritirò alla vita monacale in San Damiano fuori le mura in estrema povertà e semplicità.
La sua "Regola" fu ufficialmente approvata nel 1252 da Papa Innocenzo IV, il quale giunto a San Damiano per portarle la benedizione all'Ordine delle Clarisse dovette anche ufficiare i suoi riti funebri l'11 agosto 1253.
La chiesa, in stile gotico, venne costruita dopo la morte di santa Chiara (tra il 1257 e il 1265), attorno all'antica chiesa di San Giorgio (che aveva custodito le spoglie mortali di san Francesco fino al 1230). Le spoglie della santa vennero traslate già nel 1260, mentre la consacrazione solenne avvenne nel 1265, alla presenza del papa Clemente IV.
La cripta che ospita oggi la tomba della santa fu realizzata solamente nel 1850.



martedì 14 gennaio 2014

Il Teatro Morlacchi a Perugia

Perugia, una città ricca di storia e cultura ospita un piccolo gioiello architettonico che risale al XVIII secolo, il Teatro Morlacchi. Si trova di fronte ad una piccola piazza, che prende il nome dallo stesso Teatro, tra le vie più vive e romantiche del centro storico di Perugia.

Quello che rappresenta oggi l’ambientazione di numerose opere, balletti e concerti è nato nel 1781 come il Museo del Popolo.
E’ stato costruito infatti in risposta ai nobili che avevano realizzato un altro importante Teatro di Perugia: il Teatro del Pavone.
La Borghesia costituì così la "Società per l'edificazione di un nuovo teatro", grazie alla quale gli fu possibile comprare un vecchio convento di monache da cui nacque il "Teatro Civico del Verzaro", nome dell’epoca, su disegno dell’Architetto Alessio Lorenzini.


Le opere fatte all’interno da artisti famosi di quegli anni come Baldassarre Orsini, Carlo Spiridione Mariotti, Giovanni Cappelli si possono ammirare ancora oggi.
Molto suggestivi sono i dipinti che ritraggono figure mitiche come Apollo e le Muse, gli orti di Alcinoo, i giochi in onore di Ulisse, Icaro che sacrifica a Bacco la poesia Drammatica, la Tragedia, la Commedia e la favola Pastorale.

La struttura attuale gli venne donata da Guglielmo Calderini nel 1874, mentre più di recente fu ridecorato da artisti come Francesco Moretti e Mariano Piervittori, che si occupò del sipario e del soffitto.
Dopo queste modifiche ci fu una nuova inaugurazione e fu proprio in quell’occasione che al Teatro fu dato il nome del musicista e filosofo perugino Francesco Morlacchi.

Fu poi restaurato per l’ultima volta tra il 1951 ed il 1953 in seguito alla decadenza del periodo Fascista durante il quale il Teatro fu occupato dai tedeschi.

Attualmente il teatro dispone di 785 posti a sedere ed è una delle attrattive più interessanti di Perugia oltre ad essere la cornice di eventi culturali di tutti i tipi.
Tappa obbligatoria per i turisti che si addentrano nell’affascinante interno della città durante il proprio soggiorno a Perugia.

E per il vostro soggiorno a Perugia ecco tutte le nostre offerte: Hotel Giò Wine e Jazz Area di Perugia! 

lunedì 13 gennaio 2014

Perugia in Pellicola

L’Arco Etrusco, il Pozzo di San Patrizio, Palazzo dei Priori e la Fontana Maggiore, la Cattedrale di San Lorenzo, la scalinata dello storico acquedotto, la Rocca Paolina, il panorama del “belvedere”  e Porta Sole, l’imponente Chiesa di San Domenico, il teatro Pavone, i Giardini Carducci e altri simboli delle città..
Immagini in bianco e nero che scorrono l’una dopo l’altra accompagnate da una seducente musica.

Questo è ciò che si vede da un video che potete trovare su you tube “Perugia in Pellicola” un insieme di spezzoni tratti da diversi film girati nella nostra città, ed è certo suggestivo vedere carri armati che sfilano in Corso Vannucci, Alberto Sordi in vesti di antiquario o fiat 500 e 127 parcheggiate in Piazza IV Novembre, quando ancora non esisteva la ztl, questa è la magia del cinema!
In alcuni di questi film Perugia fa solo da sfondo, in altri è parte integrante del racconto,
pellicole più o meno fortunate che hanno presentato la nostra città al mondo nel dopoguerra e negli anni ‘70. Piccole curiosità che rimandano alla storia non solo di una città come Perugia, ma di uno status comune a tutte le città italiane di quegli anni.



sabato 11 gennaio 2014

L'Umbria secondo Steve Mc Curry

Come dimenticare il celebre volto della donna Afgana, reso famoso da una delle copertine del National Geographic Magazine?
Lo scatto, di ormai 29 anni, è stata l’opera più famosa del fotografo statunitense Steve McCurry.
Ed è proprio lui, lo stesso artista, ad aver raccontato il fascino dell’Umbria attraverso scatti ed immagini che rappresentano una Regione ricca di storia, natura e tradizioni.
A quanto pare, il cuore verde d’Italia si è dimostrato affascinante anche agli occhi di uno dei più celebri fotografi moderni, fotoreporter di ogni tipo di evento che ha tratto ispirazione da ogni angolo del Mondo.
Nasce così, grazie a lui, la raccolta di fotografie “Sensational Umbria” che porterà in giro  le meraviglie di questa parte d’Italia, facendo tappe come New York, Pechino e Marsiglia come da progetto della regione.
“Di solito vado in giro e catturo delle cose. Non sempre c’è una storia dietro ad una fotografia, a volte la ragione è puramente estetica. A Todi invece, mi sono innamorato dell’idea di fare una foto nella foto riprendendo il borgo da una finestra. Le pareti di quell’interno, così finemente decorate, mi avevano letteralmente rapito”.
Queste sono le parole di Steve McCurry descrivendo uno dei borghi umbri poco distanti dalla città principale e più rappresentativa, Perugia.